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L'intensità concettuale e letteraria degli scritti di Federico Incardona (Palermo, 1958-2006) è conforme a quella della sua musica. I testi raccolti nel volume testimoniano le diverse intenzioni relative alle varie circostanze: l'analisi della composizione propria e di quella altrui, delle opere e dei metodi, la speculazione storica, estetica e antropologica, la visione programmatica e didattica. Li accomuna la responsabilità etica dell'artista che, sia col suono sia col pensiero, propone un'esperienza viva della realtà, delle cose. Nella globale "rivoluzione percettiva" - quindi politica - da lui prospettata, il suono accende la coscienza, come negli scritti la stessa volontà radicale accende la parola.